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Lavori di ristrutturazione: aggiungere un secondo bagno

Tra tutti i locali che compongono un’abitazione, il bagno è quello sul quale più spesso si concentrano lavori di ristrutturazione, interventi di rinnovamento, controllando (e spesso sostituendo) gli impianti esistenti e cambiando il design.



Ma se invece di rimodernare il bagno, se ne dovessero creare due?


Chi abita una vecchia casa, sempre più spesso, avverte l’esigenza di avere i doppi servizi.

Un Bagno aggiuntivo, anche se piccolo e non completo, è sempre più gradito con il passare del tempo. In un’abitazione, realizzare un servizio igienico in più, non è per

azione semplice ed è per questo che non va sottovalutata. Le problematiche in cui ci si imbatte, sono sia di ordine tecnico-impiantistico che normativo, entrambe tutt’altro che semplici.


Partendo dall’inizio del processo è bene ricordare che non è possibile creare un secondo bagno ‘’fai da te ’’, infatti, per la realizzazione o anche solo la riorganizzazione del bagno esistente è necessario comunicarlo agli enti preposti.


Queste lavorazioni sono interventi edilizi veri e propri e rientrano nella categoria delle “manutenzioni straordinarie”, poiché come minimo prevedono la sostituzione e/o la modifica degli impianti esistenti, ma nella maggior parte dei casi anche la demolizione e ricostruzione e/o lo spostamento delle pareti; pertanto, è necessario aprire una pratica in Comune: in genere è sufficiente una SCIA, o addirittura oggi una CILA. Si tratta, per dirla in altri termini di lavori di ristrutturazione, che vanno affrontati con la dovuta competenza e professionalità.

Affinché la documentazione sia completa, bisogna presentare un progetto, alcune relazioni tecniche e dichiarazioni ovvero la creazione di una nuova scheda catastale, dalla quale si evinca la nuova distribuzione della superficie a seguito delle modifiche.



QUALI SONO GLI SPAZI MINIMI E LE NORME DA RISPETTARE?

La creazione di un nuovo bagno deve rispettare determinate normative, prime tra tutte quelle igienico sanitarie, disciplinate dal decreto Sanità del 1975.

Di seguito, ulteriori requisiti da prendere in considerazione:

- La superficie calpestabile dovrà essere come minimo pari 2 mq; allo stesso tempo dovrà avere una configurazione spaziale tale per cui, in pianta, il lato più corto sia almeno 1,20 m.


- I bagni non possono avere accesso diretto dalla zona giorno; dovranno dunque essere ricavati all’interno di una stanza da letto, o la loro porta d’ingresso dovrà essere posizionata in un corridoio, in modo da avere almeno due porte tra il bagno e la cucina. La presenza di una finestra non è obbligatoria, ma se andremo a creare un bagno cieco sarà necessario prevedere un sistema di aspirazione forzata, che consenta sempre e comunque un adeguato ricambio d’aria.


- Per quanto riguarda l’arredo, l’unico obbligo da rispettare è la necessità di garantire almeno 20 cm di spazio tra WC e bidet, 60 cm davanti ai sanitari, 15/20 cm di spazio dalle pareti.


LA QUESTIONE DEGLI IMPIANTI

Idraulico

La prima cosa da valutare in questi lavori di ristrutturazione è il posizionamento dei sanitari del bagno preesistente e la presenza o meno, in altri luoghi dell’appartamento, di uno scarico delle acque nere. Il Water deve essere collegato solo e soltanto a questo scarico.

Quest’ultimo è l’elemento più complesso da inserire in un bagno, in quanto le tubazioni di scarico, “cosiddette delle acque nere”, devono garantire un corretto smaltimento, correndo con una pendenza minima dell’1% (ovvero scendere di 1 cm in altezza per ogni metro di distanza da percorrere) ed avere diametri piuttosto consistenti (pari circa 10 cm).

Questo significa che se il nuovo bagno dista 15m in linea d’area dalla colonna esistente, nel sottofondo di pavimento dovrà correre un tubo di circa 10 cm di diametro abbassandosi di 15 cm rispetto alla partenza: come potrete facilmente intuire l’impresa sarà piuttosto ardua e per questa ragione alcuni bagni creati ex novo, ma talvolta anche quelli ristrutturati stravolgendone completamente l’assetto originario, risultano totalmente o in parte (nella porzione di spazio destinata a wc e bidet), rialzati di almeno 10-15 rispetto alla quota di pavimento originaria.


L’unico modo per evitare completamente l’aggiunta di un gradino (nel caso la colonna di scarico risultasse essere troppo distante dal nuovo wc) è l’utilizzo di appositi dispositivi, chiamati “Sanitrit” (ne parleremo più specificamente in un articolo dedicato).


Elettrico

Quando andremo ad eseguire i lavori di ristrutturazione per la realizzazione del secondo bagno bisognerà tenere conto anche dell'impianto elettrico.

Questo dovrà essere modificato ad hoc per garantire la giusta illuminazione dell’ambiente e la corretta disposizione di prese ed interruttori sulla base del nuovo layout d’arredo del bagno. Necessiteremo di almeno 2 punti luce;

Uno per lo specchio ed uno per la luce d'ambientazione.

È consuetudine inserire 2 prese in prossimità del mobile lavabo al fine di poter collegare i dispositivi elettrici solitamente utilizzati (Phon, spazzolino elettrico, rasoio, etc..).

Un’ulteriore presa potrebbe essere necessaria qualora si decidesse di installare uno scalda salviette elettrico.


In conclusione, per quanto possa sembrare un’operazione semplice, (lo diventa nella fase operativa se preparata bene) spostare un bagno, modificarlo o sdoppiarlo creandone uno nuovo adiacente, richiede la presenza di figure professionali esperte sin dalle prime fasi.

Un sopralluogo approfondito, una progettazione che tenga conto dello stato di fatto e delle eventuali criticità, oltre che la scelta dei corretti elementi d’arredo, sono attività preliminari necessarie al fine di garantire un lavoro rapido, efficace e certificato da parte delle maestranze qualificate, che svolgeranno la fase esecutiva senza tralasciare alcun dettaglio dei lavori di ristrutturazione da realizzare.


Per ulteriori informazioni, confronti, o spunti, scrivici una mail a info@peronebuildinggroup.it




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